Un bidone tutto italiano

Riporto integralmente uno dei post pubblicati su SDZ circa lo scandalo che attraversa indistintamente il mondo della grafica e della politica Italiana: il portale italia.it, IL BIDONE per eccellenza!

Non c'è molto da aggiungere se non una piccola considerazione personale: le operazioni di "lancio" o (in questo caso) "rilancio" d'immagine sono quasi sempre un boomerang. Se cacci merda tranquillo che prima o poi ti torna indietro. Il ritorno può avvenire in modi diversi: puoi pestarla, può caderti addosso dal cielo, puoi trovarla nel piatto dove mangi o mettendo le mani in tasca…, ma la sostanza non cambia. Rimane sempre merda.

La cosa bella però in questo caso, è che una mobilitazione di questo tipo va aldilà di quello che potrebbe essere considerato becero corporativismo grafico: quì si parla di una comunità, o meglio community, che si ribella alla più eclatante delle cagate prodotte in nome dello stile italiano, utilizzando i mezzi che meglio conosce e che sono al centro della questione.

Inoltre apre una questione dibattuta fino ad ora solo in un ambito abbastanza ristretto della comunità dei grafici initalia: i concorsi… pilotati, truccati, taroccati, già decisi, con relativo decadimento in termini di qualità grafica ed immagine, sperpero di soldi pubblici, ingrassodei soliti mafiosetti italioti, incazzatura generale repressa… 

 

da SDZ

Il sito più caro del mondo

In questi giorni ci siamo occupati in maniera prevalente del caso della nuova immagine turistica dell'Italia. Purtroppo questo marchio, e il budget allocato di 100.000 euro, non è che una piccola porzione di un enorme scandalo, che sta emergendo adesso, da 45 milioni di euro (sì, proprio 90 miliardi del vecchio conio, avete capito bene). È lo scandalo del portale web www.italia.it, il sito più caro del mondo.
Si tratta di un argomento che affronta questioni tecniche – e per questo vi chiediamo un piccolo sforzo per leggere quanto segue –, ma si tratta anche di un aspetto fondamentale della comunicazione oggi e, non ultimo, riguarda il modo in cui vengono spesi i nostri soldi.


L'incredulità prima, e la rabbia dopo hanno pervaso la comunità del web subito dopo l'apertura del sito che costituisce il Portale Nazionale del Turismo, ovvero l'immagine dell'Italia verso tutto il resto del mondo e annunciato dal ministro Rutelli durante la stessa conferenza stampa di presentazione del famigerato marchio "it" (quando si dice un giorno sfortunato!).

Un'incredulità che deriva dall'incredibile realizzazione del sito e dalla quantità di soldi e di tempo sprecati. Vediamo di ricapitolare brevemente la storia di come un'amministrazione pubblica, lo stato, è riuscita a gestire la realizzazione di un semplice portale internet – per quanto ampio e complesso – senza, si direbbe, alcuna cognizione di causa e senza alcun riferimento ai valori di mercato.

Tutto nasce il 16 marzo 2004 quando il comitato dei ministri per la Società dell'Informazione decide lo stanziamento di 45 milioni di euro per creare Italia.it. È il tempo del governo Berlusconi, quello dell'internet per tutti (ricordate?), e il portale vuole essere uno strumento interattivo per organizzare e programmare i viaggi come recita a pagina 36 l'opuscolo "L'innovazione digitale per le famiglie" inviato nel gennaio 2006 a tutte le famiglie italiane.

Di questa marea di soldi, 21 milioni di euro sono passati alle regioni affinché producano i contenuti turistici, 4 milioni per la redazione centrale dei contenuti, 8 milioni per lo sviluppo della piattaforma tecnologica e gli ultimi 12 milioni per il completamento dell'opera (da 4 a 8 lingue) e per la promozione del portale.

Curiosamente la gara viene vinta dai raggruppamenti di imprese Sviluppo Italia e Ibm Italia, quando il ministro da cui tutta l'operazione dipende, Lucio Stanca, è l'ex amministratore delegato della stessa Ibm Italia.

Ma tant'è. Vediamo dunque come sono stati spesi questi soldi, lasciando da parte i 21 milioni di euro trasferiti alle regioni di cui non si hanno notizie più precise.

Al momento dell'inaugurazione il tanto atteso portale, dopo tre anni di lavoro, si apriva con una pesantissima animazione, impossibile da evitare, che sulla cavatina del Barbiere di Siviglia mostrava il patetico calembour "un paese di qualità", qualora il povero potenziale turista provvista di un obbligatoria Adsl avesse voglia di aspettare qualche minuto per il download. Questa splash page è stata ora rimossa e si accede subito alla pagina di scelta della lingua. Dal punto di vista dell'infoarchitettura sembra che nessun responsabile del lavoro abbia letto alcun manuale dove, fin dalla fine degli anni '90, si indicava prioritario per una corretta user experience la riduzione al minimo di passaggi per arrivare al contenuto.
L'impaginazione della schermata è stata poi realizzata con tabelle html anziché con i corretti fogli di stile CSS il che, per tradurre, suona una bestemmia alle orecchia di qualunque programmatore come se si raccontasse ad un grafico di impaginare un libro in Word.
Il sito, poi, per colmo del paradosso non risponde ai criteri di accessibilità che lo stesso ministro Stanca deliberò come obbligatori in qualunque realizzazione web delle amministrazioni pubbliche alla fine del 2005.

Ma sarà solo un problema tecnico direte voi, magari i contenuti saranno comunque interessanti… Purtroppo anche qui ci troviamo di fronte ad una situazione desolante e improbabile. La cartina dell'Italia di apertura sembra riportare l'Istria come parte integrante del Belpaese, fra le principali attrazioni della nazione troviamo il "mercatino dell'usato di Livorno", perle come "la Toscana è la regione più settentrionale dell'Italia centrale" sono disseminate dovunque per soddisfare non si sa quale curiosità di turisti internazionali.
Non parliamo poi delle traduzioni così descritte su un sito americano come "a typically Italian "inglese maccaronico" (macaroni English) littered with imaginary words and frequent spelling and syntax errors".

Insomma, un disastro su tutta la linea. La rete è piena di siti, sorti come funghi, che stanno setacciando il portale per metterne in evidenza gli inverosimili errori di sistema e di contenuti, vi segnalo, per approfondimenti, il più completo Scandalo italiano.

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